Questa estate il sig. Rossi ha fatto parecchia vita mondana: complice forse anche il bisogno di poter fare tutto quello a cui aveva dovuto rinunciare in periodi invernali e pandemici, quella del Sig. Rossi è stata una stagione ad alto tasso di aperitivi e grandi mangiate.
Purtroppo, tempo fine agosto, quel reflusso subdolo ma inesorabile ha fatto capolino e il sig. Rossi ha aggiunto alla lista dei malesseri anche uno strano fastidio in mezzo alle scapole e un gran torcicollo…
Gastrite, reflusso, colite o colon irritabile sono patologie dei nostri organi interni, ma i sintomi non rimangono confinati ad essi. Lo stato di salute di stomaco, intestino, fegato influenza in maniera importante anche tutto l’apparato muscolo-scheletrico.
Lo scheletro è l’impalcatura del nostro corpo, i muscoli ne sono il motore, e il cervello il regista di tutte le azioni e movimenti compiute ‘intenzionalmente’. Ma questo involucro esterno riceve continuamente sollecitazioni anche da tutti gli organi interni ivi contenuti, i quali hanno una importante voce in capitolo sulla sua organizzazione nello spazio, la cosiddetta postura.
Spiego meglio: tutto il comparto organico usa fasce – o tessuto connettivo – per agganciarsi alla colonna vertebrale, ad esempio. Ogni organo è corredato da diversi strati di muscolatura liscia molto potente, con la capacità di contrarsi per diversi minuti. In presenza di disfunzioni organiche, stati infiammatori o irritativi, questa muscolatura – viscerale, liscia – si contrae, agendo meccanicamente sulla struttura ossea creando tensioni a cui i muscoli scheletrici cercano di porre un freno generando altre tensioni compensatorie spesso conflittuali: questi movimenti e tensioni – da noi quasi non percepiti – si rivelano solo quando avvertiamo dolore alla schiena.
I segmenti maggiormente interessati sono, solitamente, la porzione lombare e quella cervicale: la prima per influenza meccanica diretta, irrigidimento dei pilastri diaframmatici e del m. grande psoas; la seconda più imputabile alla componente respiratoria accessoria.
Ma non solo… sappiate che le reazioni a catena provocate da problemi organici sono molteplici e arrivano fino alle propaggini più remote.
L’osteopata applica la conoscenza anatomo-funzionale attraverso la manipolazione viscerale con lo scopo di individuare e risolvere le tensioni organiche e i compensi strutturali che ne derivano. Il trattamento viscerale è anche utile al miglioramento della funzionalità propria degli organi perché il rilascio di tali tensioni può risolvere eventuali distonìe neurovegetative del S.N.A. (sistema nervoso autonomo) promuovendo uno stato di parasimpaticotonìa, ciò favorisce i processi riparatori necessari alla guarigione dell’organo.